La Unión de Comunidades Indígenas de la Región del Istmo in Messico nasce nel 1982 stimolata dal teologo ed economista olandese Francisco van der Hoff. I coltivatori di caffé, appartenenti ai gruppi maya zapotechi, mixe, mixtechi, chontales e chatinos, intorno alla città di Oaxaca, erano poverissimi e sottoposti ai meccanismi di sfruttamento dei coyotes, intermediari che strozzano i produttori di caffé imponendo prezzi bassissimi per il loro prodotto. Si dà così inizio ad un processo di emancipazione e autonomia con l'appoggio delle organizzazioni europee e statunitensi del commercio equo e solidale per garantire un prezzo giusto ai produttori che permetta loro di evitare gli intermediari locali che sono anche usurai e collettori di voti, condizionando a più livelli le comunità indigene.
Oggi la Union è un esempio fondamentale del successo del commercio equo e solidale nel mondo: si compone di 60 comunità con 1900 soci e rappresenta una delle più vaste aree di produzione biologica al mondo.
La base della loro pratica agricola e sociale è la centralità e il rispetto della pacha mama, la madre terra, con i suoi ritmi e le sue esigenze. Tutti i cafetales si trovano fra i 1600 e i 1800 metri di altezza e viene prodotto collettivamente il caffé sia per il mercato locale che da esportazione, varietà arabica oro.
UCIRI porta avanti anche progetti di microcredito per i giovani (per disincentivarne l'emigrazione), iniziative di ecoturismo e rinforzo della cultura indigena, progetti per il rinnovo delle piantine di caffé, oltre che progetti sociali per le comunità e i suoi soci.
I cambiamenti climatici hanno portato negli ultimi anni a molti danni causati da alluvioni, uragani molto violenti e gelate, oltre al grave terremoto del 2017. Rispetto a queste avversità il commercio equo e solidale, e Altromercato in particolare, sono stati con campagne ad hoc di grande sostegno e aiuto nell'emergenza.